Da anni ormai tanti piccoli comuni della nostra Penisola cercano d’incrementare il numero di abitanti. Ci sono diversi borghi, da Nord a Sud d’Italia, che pagano addirittura i cittadini per incentivarne il trasferimento e cercare di invertire il trend.
Da un po’ di tempo ci sono anche diversi incentivi fiscali. L’aiuto più consistente arriva dalla Calabria, dove diverse municipalità con meno di 2000 abitanti, sono oggetto dell’intervento della Regione che ha stanziato 28mila euro per il loro ripopolamento per tutti gli under40 interessati ad aprire o rilevare un’attività.
In Sardegna la Regione mette a disposizione un Bonus a fondo perduto per chi compra o ristruttura casa in un piccolo comune con meno di 3 mila abitanti. Ovviamente, è necessario trasferirsi nel borgo e richiedere la residenza entro 18 mesi dall’acquisto.
In Puglia c’è Candela, comune popolato negli anni ’90 da più di 8mila abitanti, che oggi pare disposto a sborsare 2mila euro per chi prende la residenza e acquista casa.
In Emilia-Romagna il primo bando risale al 2020, e da allora è stato sempre confermato ogni anno e prevede incentivi destinati a chi non ha più di 40 anni, ed è residente e lavora nella regione.
In Veneto invece sono stati selezionati 465 comuni, dove chi decide di trasferirsi può ottenere contributi a fondo perduto fino a 40mila euro.
Il ripopolamento in montagna, proposto attraverso gli incentivi dell’amministrazione regionale del Piemonte, riguarda ben 465 comuni delle Alpi, dove si potranno ricevere incentivi fino a 40mila euro per trasferirsi a vivere e a lavorare, ad alta quota.
Grazie al PNRR relativo ai borghi italiani ci sono due bandi in particolare, per i quali è stata stanziata una cifra superiore a 1miliardo di euro: il primo bando assegna 420 milioni di euro, divisi tra 21 regioni e Province autonome, a un borgo “pilota” a rischio abbandono dove fare interventi mirati al suo ripopolamento. Invece, il secondo bando prevede 580 milioni di euro, da distribuire tra 229 piccoli comuni italiani.