San Felice sul Panaro, nel modenese, si è trasformato per un giorno nel “Villaggio Fantozzi“. Nei pressi della Rocca Estense più di 200 attori e figuranti sono usciti da grandi scenografie realizzate per l’occasione, per procedere verso il centro del paese.
Con set fotografici e scenografie, dislocati in più punti, tratti dalle sequenze più celebri della saga cinematografica composta da 10 film tra il 1975 e il 1999. Dalla scalinata della corazzata Potemkin de Il secondo tragico Fantozzi del 1976 al campo della partita di calcio tra scapoli e ammogliati.
Tutte le case che Fantozzi ha abitato sono state ricostruite nel Parco della Rocca: la scenografia della “Megaditta” è lunga ben 250 metri, con gli uffici dove il ragioniere lavorava, dal sottoscala al Paradiso, con tanto di 50 figuranti in bianco.
Non mancavano nemmeno il circo dove Fantozzi si improvvisa artista ungherese e la Coppa Cobram, con camion, bocce, una piattaforma elevata e persino una carrozza funebre.
Non solo, c’erano anche il professor Birkemaier dell’Università di Jena, accompagnato da ambulanza e suore, per rievocare la scena in cui Fantozzi si fa ricoverare in una clinica per dimagrire, e i tragici corridori del viaggio Inps a Venezia.
A completare lo scenario, panchine con cartelli e citazioni iconiche, slogan disseminati sui muri e un’area selfie. A dare corpo all’universo fantozziano ci hanno pensato il direttore artistico Roberto Gatti ed il regista Paolo Galassi.
E poi musica in sottofondo, auto degli anni ’70, compresa l’immancabile Bianchina del ragioniere e il campo da tennis della celebre Batti lei.
Il piccolo borgo con la Rocca Estense si è votato tutto a un’impresa unica nel suo genere. Anche per accogliere al meglio Elisabetta Villaggio, figlia di Paolo, creatore del personaggio il cui nome era quello di un suo collega in un’azienda, la Italimpianti, in cui l’attore aveva lavorato come impiegato.
Elisabetta ha presentato il libro Fantozzi dietro le quinte – Oltre la maschera la vita (vera) di Paolo Villaggio, racconto dei momenti anche più intimi dell’attore. Dall’infanzia a Genova alle sere d’estate a Boccadasse, per passare alla gavetta fatta a Roma e cominciata in un umido scantinato di Trastevere.
Ma Villaggio Fantozzi è stato anche vettore per un progetto di «villaggio solidale globale»: è stato infatti simbolicamente adottato un Comune alluvionato della Romagna, a cui saranno devoluti tutti i fondi raccolti nell’arco della giornata!