I borghi rappresentano una delle tante ricchezze del nostro Paese. Disseminati lungo tutto il territorio nazionale, sono in grado di produrre una vera e propria fascinazione nei visitatori, costringendoli ad interrogarsi sul fatto che luoghi di grande rilievo troppo spesso siamo costretti a restare nell’ombra a causa della contemporanea presenza in Italia di una lunga teoria di monumenti e mete praticamente obbligate per il grande turismo di massa.
Posizionato alle pendici del Monte Subasio, Spello affonda le sue radici nell’antichità. Basti pensare che già l’imperatore Augusto lo aveva ribattezzato la “Splendidissima colonia Julia“, colpito da un paesaggio meraviglioso. Questo stesso paesaggio gli ha consentito, in epoca più recente, di essere incluso tra i Borghi più belli d’Italia!
Spello è indicato da tutti come il “villaggio dei fiori“, un appellativo assolutamente meritato alla luce anche dell’atmosfera magica resa possibile dalla presenza lungo le viuzze del paese di un gran numero di piante, contenute all’interno di vasi in terracotta cui è affidato il compito di decorare porte, balconi e finestre.
Una presenza dovuta in particolare ad una kermesse, “Finestre, balconi e vicoli fioriti“, che vede la partecipazione di tutti gli abitanti del borgo, pronti a misurarsi in una competizione grazie alla quale il borgo si trasforma in un paesaggio incantato.
Proprio i fiori hanno consentito a Spello di valorizzare al massimo i tanti resti d’epoca romana e longobarda. Dopo la caduta dell’impero, infatti, il borgo fu letteralmente distrutto dai Toti di Attila, deciso a tenere fede alla sua nomea di Flagello di Dio, per poi entrare a far parte del Ducato Longobardo della confinante Spoleto. Nel XII acquisì finalmente la sospirata indipendenza, che gli permise di vivere un’epoca di fervida attività artistica, nel corso della quale il paese si arricchì di veri e propri capolavori rinascimentali lasciati dal Pinturicchio, da Nicolò di Liberatore, detto l’Alunno, e dal Perugino.