Il “nuovo” trend di questa estate 2024 qual è? La coolcation.
Di cosa si tratta? Della fusione tra i termini “cool e “vacation”, dove il primo stavolta non sta per la sua accezione colloquiale che ormai siamo soliti usare anche noi per dire “fantastico, grande, figo”. Stavolta la parola ritorna al suo significato originale, cioè “fresco”.
Evidentemente il solito tormentone dell’estate più calda di sempre comincia a farsi sentire in maniera pesante, e questo è il risultato: il boom turistico per i Paesi più fresh e l’esatto opposto per quelli più hot. Grossi incrementi per i paesi più freschi, ma è una conseguenza più che naturale.
Che in tanti ormai preferiscano una boccata d’aria fredda in un luogo praticamente ascetico è solo una risposta naturale alle conseguenze innaturali sul clima del pianeta.
Le nuove necessità del turismo salpano verso nord, coi paesi fortunati che parlano di coolcation lì dove c’è il freddo, il ghiaccio e tanto, tantissimo verde. Senza indugio, l’anno scorso c’è stato un aumento esponenziale in Norvegia, Svezia e Finlandia.
State pensando anche voi a una coolcation per la prossima estate? Potreste ricavarne una serie di benefici. Innanzitutto, meno folla. Diverse destinazioni a latitudini nordiche sono ancora più tranquille e meno frequentate certamente di quelle prese d’assalto a rischio overtourism e di certe mete mediterranee.
Sicuramente poi si possono scoprire e sperimentare nuove esperienze, come il trekking negli ambienti più selvaggi, il dog-sledding o il whale watching. Senza dimenticare la scoperta di città alle quali magari normalmente non si era ancora pensato per una vacanza, come Reykjavik in Islanda o Tromso in Norvegia.
I paesaggi suggestivi immersi nella natura sono senza dubbio uno dei fiori all’occhiello di mete come la Scandinavia o l’Alaska, per chi nella vacanza cerca un’immersione totale nella natura, spesso coperta di bianco, e augurandoci lo rimanga ancora a lungo resistendo alla crisi climatica.
D’altronde le ondate di calore in Europa diventano sempre peggio, secondo il Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico che stima che entro il 2050 metà della popolazione sarà in rischio molto elevato di stress da caldo in estate, triplicando i decessi delle ondate e aumentando le temperature fino a 3°C.