Quest’anno l’ora legale cadrà il 31 marzo e coinciderà con la Pasqua: più precisamente, alle ore 2:00 di domenica, dovremo spostare in avanti di un’ora le lancette dell’orologio (si dormirà dunque un’ora in meno passando direttamente alle ore 3:00).
L’ora legale rimarrà in vigore fino a domenica 27 ottobre, quando si tornerà a quella solare. Da ricordare che i dispositivi digitali – come ad esempio smartphone, tablet e computer – aggiorneranno l’orario automaticamente senza bisogno di alcun intervento.
Il cambiamento ha effetti positivi sull’ambiente: le giornate si allungano, si consuma meno energia elettrica e si riduce l’emissione di anidride carbonica. Possono, comunque, esserci conseguenze fastidiose per il nostro organismo: i disturbi più comuni sono un aumento dello stress, della fatica e del malumore.
L’ora legale è stata reintrodotta in Italia nel 1966, dopo la pausa di venti anni dal 1920 al 1940, con l’obiettivo di risparmiare a livello energetico sull’illuminazione elettrica. In origine, nel 1916, l’introduzione era legata a una misura d’emergenza di guerra.
Quella dell’ora solare e dell’ora legale è una questione aperta da anni: da tempo si parla di abolire il cambio dell’ora. A chiedere all’Unione Europea di rinunciare all’ora solare sono stati soprattutto i Paesi nordici, secondo cui spostare le lancette un’ora avanti prima dell’estate e un’ora indietro prima dell’inverno, causerebbe problemi allo stato psico fisico delle persone e alla salute.
Una consultazione online – svoltasi dal 4 luglio al 16 agosto 2018 con l’adesione record di 4,6 milioni di cittadini europei – aveva mostrato che l’85% degli intervistati è favorevole all’abolizione del cambio dell’ora semestrale. La decisione definitiva non è mai stata presa.
Secondo le stime di un’analisi della Società Italiana di Medicina Ambientale (Sima), l’adozione dell’ora legale permanente produrrebbe nel nostro Paese, sulla base delle attuali tariffe elettriche, risparmi diretti in bolletta per 382 milioni di euro, grazie a minori consumi di energia per circa 720 milioni di kwh. Risparmio che salirebbe qualora nel corso dell’anno le tariffe elettriche dovessero subire incrementi.
Dal 2004 al 2022 il minor consumo di energia elettrica per l’Italia dovuto all’ora legale è stato complessivamente di circa 10,9 miliardi di kWh e ha comportato, in termini economici, un risparmio per i cittadini di circa 2 miliardi di euro si stima.